CSP
Inserito in un sistema urbano equilibrato, attentamente progettato nella logica della relazione tra le diverse funzioni, sia negli spazi costruiti che in quelli esterni, il nuovo edificio di concorso (da costruire in due fasi) ha l’importante compito di diventare un riferimento dell’intero Programma Urbanistico ed in qualche modo anche del quartiere. Un edifico di servizio, ma anche di relazioni, un’opportunità di scoperta di nuovi usi per il futuro di questa porzione della città.
Teatro, sala prove sceniche, spazio espositivo, prove d’orchestra e di danza, giardino archeologico, tutte funzioni che traducono un intervento di piccola monumentalità, discreto e schietto.
Il disegno di impianto è quindi riconducibile a forme pure, a geometrie antiche che accrescono il valore simbolico del piccolo nuovo monumento ed in qualche modo entrano in un nuovo dialogo con le preesistenze romane del territorio.
Anche la relazione tra i due edifici definisce degli spazi aperti di antica energia, tutto è pensato per contribuire al risultato di spazi armonici, per i futuri utilizzatori: il disallineamento di giacitura, la proporzione dei due corpi di fabbrica, le differenti altezze, la chiusura con l’esterno, data dal nuovo muro di cinta sul lato strada e sull’interno dalla alta alberatura del percorso pedonale. Tutto è stato previsto in rapporto con una dimensione di proporzione più umana, non a scala veicolo.
Allo stesso modo gli interni, ospitano in modo efficiente le funzioni richieste, nel rispetto delle proporzioni degli spazi aperti che li circondano.
Gli spazi interni di entrambi gli edifici, sono stati dimensionati come da richiesta di bando, ma senza sprechi. Forme regolari dei locali, corretto dimensionamento dei percorsi connettivi, anche le altezze interne dei locali, sono alte solo là dove richiesto dal bando.
Le tecnologie e i materiali di struttura e facciata proseguono in questa logica, ovvero quella di un edificio semplice, artigianale, con struttura e rivestimento metallico sia all’esterno che all’interno, definito “a cassetta”, per garantire una soluzione finale a basso costo.
In particolare, la finitura di facciata è in acciaio inox goffrato (per garantire un’elevata efficienza manutentiva nel tempo), contraddistinta da sottili fasce marcapiano, necessarie per l’assemblaggio, per fasce che alternano pannelli lisci con passo di 60 cm, nella parte inferiore, a ondulati continui, con frequenza di 16 cm, a pannelli lisci con passo di 120 cm, nella parte superiore, accompagnati da un sottile ‘colonnato’ di tubolari, unica stranezza decorativa che denuncia la vocazione estroversa e monumentale dell’edificio specialistico.
Le aperture vetrate sono poche, previste a nord quando possibile, oppure, come nel caso dell’ingresso, protette da una grande tettoia, o infine debitamente schermate.
I due atri a doppia o tripla altezza, con coperture vetrate schermate, sono stati concepiti come serre termiche per l’inverno che, grazie a leggere pale di legno, spingono l’aria calda verso il basso; in estate, invece, la copertura vetrata sarà aperta per far uscire l’aria calda e generare un benefico effetto camino.
I tetti dei due edifici ospiteranno pannelli fotovoltaici e solari termici.
Gli impianti esterni di entrambi gli edifici sono nascosti da una pennellatura metallica in continuità con la facciata ed appoggiati a delle strutture o grigliata a sbalzo facilmente accessibili.
Credits
Cliente
Teatro dell'Opera di Roma
Data
2024
Luogo
Roma
Area
3000 mq
Architetti
Studio Elementare - Paolo Pasquini
Team
Massimiliano Piffer, Anna Milani, Cristian Gaglioti
Date
2024